TUTTO SCORRE
di Massimo Sgorbani
regia di Serena Mattace Raso
con ODETTE PISCITELLI LEONI e DANIELE CIGLIA
PRESENTAZIONE
La guardiana fin da bambina, è una “diversa” : non riesce a parlare, non trattiene la pipì… Ma è grazie alla diversità che si mette in contatto con la sua stella, Enuresi. E questo la trasforma da antieroina a super eroina.
La sua storia fantastica scorre senza freni in un mondo rutilante di fari di automobili, fatto di personaggi grotteschi e principi romantici, che si avvicendano tra ruote-altalene, sedili con facce che si gonfiano, macchine piscione e favole che non finiscono.
E’ uno spettacolo su una DONNA diversa, e questo ci mette scomodamente di fronte all’abuso fisico , psicologico ed emotivo che la protagonista incontra fin da piccola, negli uomini che attraversano la sua vita. Eppure nonostante la crudezza delle situazioni e del linguaggio, la guardiana non perde mai il filo diretto con la sua stella, che la porterà fuori da tutto quel buio, a casa sua, molto più in alto.
NOTE DI REGIA
Vado a rileggere cosa mi ha scritto Massimo Sgorbani in risposta al mio “ perché?” E lui mi parla di FIABA, come tentativo di trasfigurare la propria vita, senza mai riuscire ad occultarne il dolore. E qui trovo la risposta anche al mio perché, alla necessità di dar vita a questo testo . La violenza nel mondo di “ Tutto scorre” è osservata dall’ interno ;è sicuramente esasperata, compattata, ma non lontana da ciò che nell’ arco di una vita noi subiamo o agiamo, come reazione al male che inevitabilmente si incontra. La nostra guardiana si abbandona con la pipì , sprofonda in un’ intima pozzanghera che le consente di non essere più schiava, si fa un’ invisibile prostituta ,che illumina la vita degli uomini dei quali non conosce nulla, se non ritornelli cadenzati di rabbia ma, sorpresa delle sorprese, lei non ha più paura: è così in alto, così altrove, così distante… Ecco perché anche la scenografia non è realistica : certo, c’è il water e il banchetto di scuola, ma ci sono anche, inquietanti e divertenti, il volante-stella, la ruota-altalena, il muro- piscione… Tutto, in “ Tutto scorre” ( mi si perdoni il gioco di parole) è l’evocazione della fantasia della protagonista; fuori c’è la crudeltà dei fari delle auto che sfrecciano, di esseri umani sempre di spalle perché assenti, nascosta dietro oggetti e persone reali non esiste salvezza, e le pozzanghere di liquidi resistono anche passando infiniti stracci. Massimo Sgorbani tratta la storia con delicatezza e compassione ed è per questo che non si può non sentire, dietro l’ apparente volgarità delle parole, una grande poesia, una luce, la bellezza della sofferenza che implora di essere perdonata.
Serena Mattace Raso